"Conoscenza del conosciuto"

Fritjhof Rodi

"Conoscenza del conosciuto"

Sull'ermeneutica del XIX e XX secolo

Edizione a stampa

32,00

Pagine: 240

ISBN: 9788820496012

Edizione: 1a edizione 1996

Codice editore: 230.55

Disponibilità: Discreta

Questo libro, con ampia Postfazione di Alfredo Marini, è una sorta di schizzo di storia dell'ermeneutica contemporanea per saggi. Il titolo, «Conoscenza del conosciuto», è la formula del grande filologo tedesco dell'800 August Boeckh. Essa realizza il compito vichiano di conoscere (perché si può!) quanto lo spirito umano ha prodotto. Come già in Dilthey, questo principio presiede anche in Rodi (attualmente il maggior rappresentante di questa tendenza in Germania) alla rilettura della storia dell'ermeneutica tedesca.

Da un secolo, l'opera complessiva della "scuola diltheyana" è in Germania un vasto fenomeno di ricostruzione culturale profondamente empirista e liberale ed ha prodotto un effetto di "educazione nazionale di base" già iscritto nelle sue stesse origini umanistico-romantiche, filtrando sotto volgarità ideologiche e tragedie politiche, un proprio nucleo vitale e produttivo attraverso le generazioni. Un nucleo di fedeltà alla tradizione della filosofia stessa e all'Europa come fenomeno spirituale. Un "effetto" che in Italia (se, come è giusto presentando una tradizione, teniamo d'occhio le cose di casa nostra) aveva posto tutte le sue premesse principalmente, anche se non esclusivamente, nell'opera di Croce e Gentile.

Tra le tematiche dominanti, quella di storia dell'ermeneutica tedesca "ritocca" la linea tracciata nella parte storica di Verità e Metodo (di cui lo stesso Gadamer, in più occasioni riconosce il carattere unilaterale "per profili"). La più ricca è una critica della distinzione, anche questa gadameriana, tra "ermeneutica tradizionale" ed "ermeneutica filosofica": ne sono coinvolti Husserl, Heidegger, Dilthey e la Scuola diltheyana. La più originale e suggestiva studia la "riflessività della vita" (concetto centrale della filosofia di Dilthey e del suo principale continuatore, G. Misch).

Nell'ultimo saggio, Al di qua della pragmatica, sulla fenomenologia dei segni e del linguaggio, emerge un concetto originario di pragma (detto da Rodi "realizzazione transfunzionale"), che riassume sia la "cooperazione" delle funzioni psico-spirituali diltheyane, sia il programma di Misch di "allargamento della logica" oltre il suo ancoraggio onto-logico. Uno studio che rientra nel programma diltheyano di un nuovo "empirismo" (o di una "filosofia pratica") alla tedesca, fondato sul nesso di totalità e non su quello dell'aggregazione atomica e nutrito della più profonda tradizione antica e umanistico-rinascimentale, italiana e umanistico-romantica.



1. Tra storia dei concetti e storia della filosofia. Funzione dell'«urgenza di articolazione» e del «quadro di articolazione» [15-30]
2. Incomprensione e ricomprensione nei confronti del protoromanticismo [3 1 -55]
3. «Il ritmo della vita stessa». Hegel e Hölderlin nella prospettiva del tardo Dilthey [56-69]
4. «Conoscenza del conosciuto». La formula fondamentale di August Boeckhs relativa alle scienze ermeneutiche [70-88]
5. Ermeneutica tradizionale ed ermeneutica filosofica. Problematicità di una distinzione [89-101]
6. L'importanza di Dilthey per la concezione di Essere e Tempo. Sulle conferenze heideggeriane di Kassel (1925) [102-22]
7. Il lógos dell'«espressione fedele». La critica di Georg Misch alla «logica-ontologia» di Husserl e Heidegger [123-47]
8. Logica ermeneutica nei dintorni della fenomenologia: Georg Misch, Hans Lipps, Gustav Spet [147-67]
9. Al di qua della pragmatica. Aspetti semiotici ed ermeneutici della riflessività della vita [168-87]
Postfazione. Frithjof Rodi. Scuola diltheyana e tradizione filosofica, di Alfredo Marini
Glossario-lndice analitico, di Alfredo Marini
Indice dei nomi

Contributi: Alfredo Marini

Collana: Filosofia

Argomenti: Ermeneutica

Livello: Studi, ricerche

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